Il giorno in cui ho rischiato la mia vita e quella della mia bimba ho imparato una lezione che non dimenticherò mai
BOOM!! Il colpo è stato fortissimo, sono scoppiati entrambi gli airbag davanti, fumo ovunque. Non ho neanche visto la macchina che ho colpito. E’ successo tutto in una frazione di secondo.
Emma era nel seggiolino rivolta verso il bagagliaio, non la vedevo e non riuscivo a pensare che a lei.
Mai avrei pensato di fare il primo incidente della mia vita, e che incidente, proprio qua in Florida.
Io vivo all’interno di una community. Non so se lo sai ma qua esistono dei complessi residenziali che generalmente sono chiusi da cancelli e sono come dei veri e propri quartieri, con strade, palestre, piscine e varie attrazioni private; ognuno di questi complessi è una community.
La prima volta che ne ho vista una mi sono chiesta come facessero con le riunioni di condominio (visto che in Italia è sempre una battaglia), ma ovviamente non c’è niente del genere. Tutto funziona a meraviglia. Ecco, la community dove vivo io è all’interno di un campo da golf; età media 80 anni. Tantissimi nonni per le mie piccoline, e tanta tanta tanta tranquillità. Perfino troppa…
Tornando a casa, nessuno ha mai fretta, ci sono animali di tutti i tipi, scoiattoli, cerbiatti, tartarughe..bellissimo.
Perché ti racconto questo? Perché non ho mai capito come potessero esserci così tanti animali morti ai bordi della strada.
Dai cavolo, si va ai due all’ora, come si fa anon vedere una tartaruga in mezzo alla strada o peggio ancora una gru (un uccello alto circa 1 metro e mezzo)?
E non è che fuori dalla community sia molto diverso: tutti vanno molto piano, praticamente nessuno fa gravi infrazioni e ci sono sempre animali di ogni tipo che girano. Anche qua però è facile vederne tanti morti.
Inspiegabile.
Non ho mai dato una risposta a questa domanda fino a mercoledì scorso.
Ero in macchina, con un’amica e Emma dietro nel suo seggiolino. Si, perché qua anche l’ovetto va messo dietro con la faccia del bambino rivolta verso il bagagliaio (quindi non lo vedi in faccia se stai guidando).
Andavo pianissimo perché avevo un semaforo rosso a 50 metri. E’ bastato un attimo per scontrarmi con un’altra macchina che mi ha tagliato la strada.
Il mio unico pensiero era Emma. Potevo avere una gamba rotta e non me ne sarei accorta. Non esisteva nient’altro al mondo se non Emma per me in quel momento. So che puoi capirmi.
L’ho sentita piangere, sono scesa immediatamente e l’ho presa dal suo seggiolino. L’ho controllata tutta e l’ho stretta più forte che potevo. Battito cardiaco? lasciamo perdere, tra poco il cuore mi usciva dalla gola.
La vita mi ha voluto insegnare una grande lezione. E io non la scorderò.
Non sono una che va in macchina guardando il telefono o in modo spericolato; guido con prudenza, sempre, che io abbia a bordo le mie bambine o che sia sola.
Ma ammetto che, prima dell’incidente, mi è capitato di sedermi dietro e tenere Emma in braccio per brevi tratti o magari slacciata. Nessuno più di me può sapere quanto è frustrante il pianto di tuo figlio mentre sei per strada, in mezzo al traffico. E’ tra le poche cose che mi fanno salire l’ansia, perché, almeno Emma, non è che dopo un pò smette, anzi, il pianto diventa sempre più straziante. E la maggior parte delle volte non ha assolutamente niente.
Lo so, ma a volte ho ceduto.
Non capiterà mai più.
La paura che ho provato è stata grande.
In quell’attimo ho rivisto tutte quelle volte che non l’ho legata, tutte quelle volte che Sofia non ha messo la cintura e ho provato la sensazione più brutta che una mamma possa provare. Mi sono chiesta “cosa sarebbe potuto succedere?”
Questa è una di quelle regole che non infrangerò più. E vorrei poterti trasferire quella sensazione perché anche tu possa imparare questa lezione.
Perché la verità è che fin tanto che le cose vanno bene, fin tanto che non succede niente, non ci si rende davvero conto del pericolo che si sta correndo e che stanno correndo i nostri bambini.
Non permettere che tuo figlio corra un pericolo del genere. Allaccia quelle cavolo di cinture.
Sempre.
Non sei una cattiva mamma se lo lasci piangere: è nel suo seggiolino, legato. Lo fai per lui. Lo fai per proteggerlo.
Diventi una cattiva mamma invece se lo slacci, se cedi a quel pianto, se lo metti a rischio per puro egoismo.. si perché la realtà dei fatti è che lo fai per te, per non sentirlo piangere.
Non si è mai abbastanza duri su questo argomento; non permettere che la nonna, la zia, la tata portino il tuo bambino senza allacciare le cinture. E’ il tuo tesoro, la cosa più preziosa al mondo, e come tale va trattato.
Come è finita questa brutta avventura?
Fortunatamente stiamo tutti bene. A parte la macchina che ha circa 13.000 $ di danni… !
Comment (1)
Grazie. Io non sopporto di sentirlo piangere. Rischio di viziarlo. Ce l’ho spesso in braccio.
Mi hai fatto riflettere.